Alle falde nord occidentali del Montalbano, a poco più di quattro chilometri dal centro di Monsummano Terme, sorge il borgo di Montevettolini, arroccato sulla sommità del colle, a 187 metri sul livello del mare.
Fondato intorno al XII secolo il castello ebbe subito una vita fervida e ricca, animata tra l'altro dall'attività delle dodici confraternite del paese, e divenuta ancora più prospera quando i primi granduchi medicei elessero Montevettolini a luogo di sosta per la caccia.
Alla fine del XVI secolo Ferdinando I incaricò Gherardo Mechini e Domenico Marcacci di costruire la possente villa, oggi di proprietà dei principi Borghese, che domina il paese dall'estremità occidentale della cinta muraria.
Negli anni in cui fu frequentato dalla corte medicea, il borgo si arricchì di sontuose dimore patrizie, molte delle quali conservano pregevoli opere d'arte. Si ricordano le case Mimbelli, Tonini, Bardelli, Barbacci e Bargellini. Quest'ultima, in particolare, si dice che vantasse gli affreschi, oggi perduti, di Giovanni Mannozzi da San Giovanni, eseguiti quando il pittore, sfuggito alla pestilenza che infuriava a Firenze, dipingeva le lunette nel portico del vicino Santuario della Madonna della Fontenuova a Monsummano Terme.
Nel tessuto urbano del borgo si individuano ancora le tracce del suo primitivo impianto medievale, riconoscibile nell'"isola" quadrata sul lato occidentale della piazza della chiesa, proprio di fronte all'antico Palazzo Comunale.
Dell'ultima e più ampia cinta muraria, di cui oggi rimangono pochi resti, si ha notizia nel 1366, quando, per ordine della Signoria Fiorentina, le mura furono restaurate e munite di bertesche. Più volte riattate nel corso dei secoli, furono in gran parte abbattute a partire dal 1607, per costruire una strada di circonvallazione.
A difesa del castello si elevavano sei torri, cinque a pianta quadrata ed una ottagonale, detta "dello Sprone" o "delle Murina", ad ovest, subito sotto l'abitato. Davano accesso al paese tre porte: quella "del Montaletto", distrutta nel 1830, quella "del Vicino", a nord, detta anche "del Malvicino" e poi "dei Barbacci", l'unica che si conserva ancora integra, e la porta detta "del Cantone", che fu inglobata nella villa medicea. La stessa sorte subì anche la rocca che dominava dall'alto il paese.
Nel borgo esistevano due oratori, quello di San Francesco, ad ovest della chiesa, presso il quale fu istituito un ospedale durante la peste del 1348, e quello del Corpus Domini, nella piazza Bargellini, oggi sede della Società Filarmonica del paese, fondata nel 1863.
L'edificio dell'antico Palazzo Comunale, che dal XIII secolo rappresentò il potere politico ed amministrativo del castello, conserva intatta la suggestione del suo glorioso passato, Sulla facciata sono affissi gli stemmi del podestà, in pietra e in ceramica invetriata, mentre al piano terreno sono state tamponate, a sinistra la loggia che si apriva sulla strada, e a destra la porta di accesso all'antica torre di guardia inglobata nell'edificio.
Torri medievali furono utilizzate anche per il campanile della chiesa. Quello più antico, abbattuto nel 1729, era incorporato all'interno dell'edificio ecclesiastico, mentre la torre campanaria attuale, realizzata nel XV secolo adattando un'altra torre di guardia, è addossata al presbiterio ed impostata su una galleria voltata a botte che dalla via detta del Portone immette nella piazza Bargellini.
Sul luogo della chiesa del paese sorgeva fin dal XII secolo una cappella dedicata a San Michele, dipendente dalla pieve di San Giovanni Battista e San Lorenzo a Vaiano. Ampliata nel corso dei secoli con l'aggiunta delle due navate laterali e del loggiato esterno, la chiesa fu elevata a pievania dopo la soppressione della pieve di Vaiano, nel 1449, quando prese anche la dedicazione a San Lorenzo.
L'aspetto attuale della chiesa si deve alla ristrutturazione operata da Vittorio Anastagi a partire dal 1733, quando l'edificio ecclesisastico fu sopraelevato e coperto a volta. All'interno fu allestito il prezioso altare maggiore in marmi policromim opera di Bartolomeo Moisé da Seravezza, mentre le pareti furono arricchite da decorazioni in stucco e dagli affreschi firmati nel 1740 da Felice Balsan, un modesto pittore originario dell'isola di Malta.
La Chiesa conserva numerose opere d'arte.
Dal colle di Montevettolini partono i Percorsi Trekking lungo le vie di collegamento tra i castelli della Valdinievole ed il Montalbano. I sentieri segnalati dal C.A.I. offrono agli amanti della natura piacevoli paseggiate nel verde della rigogliosa vegetazione mediterranea, con soste d'obbligo per ammirare i suggestivi scenari che si aprono sulla vallata e verso l'Appennino.
Scendendo dal paese verso est, è consigliabile una visita al seicentesco oratorio della Madonna della Neve, dove si conserva l'affresco con la Madonna col Bambino e Santi, opera di un maestro del XV secolo affine a Gentile da Fabriano. Presso l'oratorio si può assistere ogni anno, in agosto, alla "Festa della Madonna della Neve", solennità per la quale si invitano a Montevettolini parenti e amici.
L'evento più suggestivo dell'intera Valdinievole si celebra a Montevettolini ogni tre anni, il Venerdì Santo, quando si svolge la Processione del Gesù Morto, che dal Cinquecento ripercorre le tappe della passione di Cristo e della salita al Calvario.
Un'altra solenne processione in costume, detta del "Ringraziamento", si svolge il martedì successivo alla Pasqua.
La magica atmosfera medievale che si respira per le vie del borgo, la bellezza paesaggistica e architettonica invitano a trascorrere a Montevettolini piacevoli soggiorni.